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Almeno in Italia, quello del progresso democratico pare ormai un progetto decaduto, né sembra più esistere un'autentica civiltà letteraria. E questa seconda implosione, se non è il meccanico risultato della prima eclissi, vi trova però qualche spiegazione e ne riflette diverse dinamiche. Ai nuovi cittadini, ai nuovi letterati, non resta forse che maneggiare i cocci ricevuti in eredità dai padri. La Repubblica delle Lettere indaga quest'emergenza politica e culturale attraverso l'analisi delle opere di alcuni tra gli scrittori italiani più significativi del secondo Novecento e dei giorni nostri. Affinati, Balestrini, Bianciardi, Calvino, Celati, Eco, Pasolini, Saviano, Sciascia, Siti, Tondelli, Volponi: questi e altri autori, sono convocati per offrire al lettore frammenti di un'autobiografia della nazione che trova i suoi capitoli più recenti nel boom economico, nel '68, nell'assassinio di Moro, nel nichilismo degli anni Ottanta, nella discesa in campo di Berlusconi. E anche di film come "Buongiorno, notte", "Gomorra", "Il Divo", è messa in luce la capacità di rispecchiare il vuoto di prospettive che contraddistingue il presente.